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Tuesday, May 8, 2012

Donne sull'orlo di una crisi di nervi

Apologize to my English readers, I feel the urge to write in Italian.


Quando il nervosismo si impossessa di me c'è pochissimo da fare se non stare il più possibile da sola. La vita a due me lo consente fino ad un certo punto. Con il lavoro sono molto fortunata visto che mi capita  spesso di lavorare da casa. Soprattutto in quest'ultimo periodo ho deliberatamente evitato il contatto quotidiano con i colleghi. Non ero sempre in vena di caffè, chiacchiere ecc.. In compenso ho recentemente "scoperto" una collega, oramai diventata amica, con la quale condivido molto di più di quanto pensassi. L'anno scorso ho coltivato dei legami d'amicizia nuovi che mi stanno, credo, facendo crescere. Allargare la solita cerchia di amici fa bene ed è, per quanto mi riguarda, un modo sano per confrontarsi ed evolvere.

Che bella parola: EVOLVERE.

Chissà, a volte abbiamo la percezione di evolvere interiormente ma in realtà camminiamo all'indietro come i gamberi. Non è così spiacevole. Bisognerebbe rallentare qualche volta, tornare indietro, fermarsi. La corsa in avanti a tutti i costi si è rivelata un disastro planetario.

Quando sono nervosa non vado né avanti né indietro. Sono statica, avvolta in un fascio di nervi. In questi momenti aggrovigliati succede spesso qualcosa che mi accende la mente, un'idea che cerca di farsi spazio tra i tendini tesi e i sorrisi tirati.

**

Oggi, però, non è proprio giornata. Mi sembra di stare meglio e poi BUM! Cado giù nuovamente. Come ho scritto ieri è inutile resistere all'onda d'urto: la vivo fino in fondo, fino a quando non passa. Sapevo cosa rappresentasse per me ben prima della sua morte. Tuttavia, è persino peggio di ciò che immaginavo.

Al lavoro, ora. Ho molte cose da fare e sento la necessità di distrarmi il più possibile. Per fortuna ci sono le scadenze da rispettare!

Monday, May 7, 2012

Italian Interlude

Mi è tornata la voglia di scrivere! Urrà, questa sì che è una notizia. Sto, forse, ritrovando un senso, una direzione, nel bel mezzo dello tsunami emotivo che ci ha travolto?
Non sono ancora in grado di dirlo, il mio equilibrio psicologico è alquanto precario in questi ultimi tempi. Un giorno sono pienissima di energia e voglia di fare, un altro sono k.o. e passo -come ieri- i pomeriggi sul divano. 

La scrittura, soprattutto l'esercizio nella mia lingua che pratico ben poco, potrebbe aiutarmi in questo momento della mia vita. I casi sono due: o affondo sotto la pesantezza dei miei pensieri che prendono forma, o resto a galla e respiro a pieni polmoni. Questa seconda ipotesi mi attira maggiormente, oggi sarà decisamente la giornata dell'ossigeno! Ce la posso fare, ce la devo fare. 

Ho imparato a non ricacciare niente dentro di me. Verbalizzare l'infelicità, accarezzare la mia anima stanca, farmi asciugare la lacrime. Ammorbidirmi un po' alla disperata ricerca di quel grande spazio di tenerezza che fino ad un mese fa occupava la maggior parte della mia vita, è diventata una missione. Ho perso la direzione ma posso ritrovarla. Ci vorrà molto tempo e forse fino ad ora non usato la strategia giusta. 

Let it flow.

Fai scorrere senza giudicare. Fatti travolgere dalle onde fino a che l'acqua satura di sale non ti bruci i polmoni. Solo quando starai per affondare le tue gambe si muoveranno ancora disperatamente verso la superficie. Non puoi nuotare se non ne hai voglia, la corrente ti travolgerà.

E allora basta aspettare. E' difficile, è doloroso. Il viaggio verso l'alto può occupare mesi interi di vita, l'acqua entra in tutte le pieghe, si insinua tra i capelli, ti annebbia la vista. Non sai dove vai ma sai il perché. E' in quel momento di buio che si intravede la luce. Ma il buio bisogna viverlo fino in fondo. L'ossigeno ti raggiunge un secondo prima dell'annegamento insieme a un filo di luce.

In momenti come questi, di morte e di rinascita, si scoprono parti nascoste dell'anima e si percepisce il corpo in modo differente. I sensi si acuiscono in modo quasi doloroso e l'epidermide diventa sensibile al tocco di una mosca. Non è necessariamente negativo, anzi. Si aprono tutti i pori, si assorbe il più possibile senza essere in grado di far fluire verso l'esterno quasi niente. Si è arrotolati su se stessi alla ricerca di un senso impossibile.

Poi, in un giorno di sole, le cose possono cambiare.